Misurata

Studio e Restauro del tesoro di Misurata (Libia – Dip. di Archeologia di Leptis Magna)

 

 

Direzione scientifica: ITABC (Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali).

Direttore sul campo: Salvatore Garraffo.

Enti partecipanti: IBAM – CNR (Paolo Romano; Angelo Nicolosi; Stefania Santangelo).

Collocazione del sito: Leptis Magna (Libia)

Date dell’attività: Dal 2007.

Breve descrizione: Il più grande tesoro monetale romano, ritrovato nel 1981 a Misurata, in Libia, è fruibile in tutto il suo splendore grazie al lavoro dell'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che ha coordinato il restauro, lo studio storico, l'analisi composizionale e la digitalizzazione di questo patrimonio. Il tesoro, composto da 108 mila monete, fu rinvenuto casualmente durante l'esecuzione di lavori agricoli, dentro grossi vasi (olle, brocche, anfore), sotterrati in prossimità di due edifici, facenti parte forse di un luogo di cambio dei cavalli del cursus publicus – il servizio per il trasporto di merci o plichi appartenenti allo Stato – e di persone che viaggiavano per conto dell'amministrazione centrale. Databili tra il 294 e il 333 d.C., queste monete sono nummi (folles), ossia prodotti con una lega rame-stagno-piombo comprendente una piccola quantità di argento, caratterizzati da un arricchimento superficiale sottilissimo con il medesimo metallo.
Le monete, a partire dal 2007, sono state oggetto di un’accurata serie di analisi fisiche non distruttive, volte a definire la percentuale del contenuto in argento nella lega e a precisare, in associazione con altri metodi di indagine, la tecnologia di fabbricazione, elementi che aiutano a ricostruire l'inflazione e le periodiche crisi economiche e monetarie che travagliarono in quei decenni l'impero romano. Le misure si basano sull'utilizzo di sorgenti radioattive messe a disposizione dai laboratori del CNR e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.

Tipologia e datazione del sito: Tesoro monetale romano con nummi databili tra il 294 e il 333 d.C.

Disponibilità ad accogliere allievi in cantiere: no


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